Attività fisica in gravidanza e puerperio

Tiziana è un’ostetrica che lavora con entusiasmo in un Consultorio familiare di una regione del centro Italia, in un quartiere a forte immigrazione. Fra le attività che preferisce ci sono l’educazione sanitaria e i corsi di preparazione alla nascita, che le sono stati affidati da gestire in autonomia: nonstante le resistenze di alcune colleghe e la scomodità per lei, ha deciso di tenerne alcuni la sera e il sabato mattina, per facilitare la partecipazione dei partner. Ha deciso di proporre anche un incontro all’inizio della gravidanza, per dare indicazioni ai futuri genitori su stili di vita salutari, che facilitino il decorso della gravidanza e del parto, ma che rimangano anche dopo come sane abitudini per prevenire malattie cardiovascolari e tumori.

Consapevole che saper ascoltare è il primo passo di un counseling efficace, dopo aver trattato temi più noti, come la necessità di evitare il fumo e l’alcol, meglio se per entrambi i futuri genitori, durante un corso di accompagnamento alla nascita inizia a fare qualche domanda su che cosa pensino le partecipanti dell’attività fisica in gravidanza, sapendo che è un tema controverso e sul quale ci sono miti e false credenze da sfatare: “So che venite da Paesi diversi e che anche chi di voi è nata in Italia viene un po’ da tutta la penisola, volevo chiedervi che cosa ne pensate e che cosa vi consigliano le vostre mamme o magari le vostre nonne su questo argomento? Vi dicono che dovete stare riguardate e ferme o che dovete muovervi e fare attività fisica? Scopriamo se ci sono punti in comune nelle varie tradizioni e usanze, capiamo da dove possono aver avuto origine e che cosa ci dice la medicina. Esprimetevi senza timori, e... mi interessa anche sentire l’opinione dei futuri papà” incoraggia tutti Tiziana.